Reati in materia ambientale e corrispondenti illeciti previsti dalla legge 231/2001

Procedimento penale per associazione a delinquere finalizzata allo smaltimento illecito di rifiuti. I reati contestati sono quelli previsti dagli artt. 416 I e V comma, 452 octies I comma c.p. in relazione agli artt. 452 quaterdecies e 452 bis c.p.. Le indagini hanno raccolto gravi indizi in ordine a un illecito smaltimento di rifiuti contenenti sostanze pericolosi, tra le quali il cromo, che invece di essere sottoposti alle analisi previste dalla legge venivano ceduti alla società “LEROSE” prive di tale analisi. Nel contempo gli amministratori e i gestori di detta società li cedevano come materia prima secondaria mentre alla luce delle sostanze pericolose contenute in tale rifiuto “Keu”, lo stesso non avrebbe potuto essere ceduto in tal modo, ma avrebbe dovuto essere avviato in discarico oppure essere inserito in conglomerati cementizi. Le suddette indagini condotte dai carabinieri del NOE e all’ARPAT hanno portato all’emissione di due ordinanze di custodia cautelare da parte del GIP; misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare imprese e di ricoprire incarichi direttivi nelle persone giuridiche e imprese, oltre a misure reali che hanno colpito gli impianti della società “LEROSE” e somme di denaro per un importo complessivo pari a €18.993.765,50. La richiesta di rinvio a giudizio è del giugno 2023, il 18 ottobre 2024 è prevista la prima udienza.

Procedimento penale per smaltimento illecito di rifiuti. I reati contestati sono quelle previsti dagli 110, 452 quaterdecies c.p. e vari art.256 I comma l. a, II e III comma D.lgs. n.162/2006. Tre italiani, in modo organizzato, smaltivano illecitamente ed abusivamente ingenti quantità di rifiuti tessili, stimati complessivamente in più di 7.000.000 kg. Tale schema consisteva nella iniziale ricerca di immobili che, vista la quantità di balle composte da scarti tessili, doveva necessariamente trattarsi di capannoni – ove stipare i rifiuti da smaltire, nel sottoscrivere un contratto di locazione per ciascun capannone, nell’ivi trasportarvi i rifiuti tessili e nello stiparli completamente, talvolta anche tettoie esterne e cortili, di balle di grandi dimensioni composte da ritagli di tessuti, ed infine, una volta che i capannoni diventavano inutilizzabili in quanto vi avevano ormai accumulato il massimo quantitativo di balle possibile, nel rendersi irreperibili ai loro proprietari e nel darsi alla fuga, per poi ricercare altri capannoni e proseguire con le attività illecite. Queste azioni si sono protratte per un lungo arco temporale, dall’agosto 2022 al gennaio 2023, durante il quale i tre indagati si sono mossi sempre con il medesimo modus operandi sopra descritto. È, inoltre, emerso che i rifiuti derivavano da impianti di gestione e non direttamente dai produttori degli stessi; da sottolineare come non si siano potuti individuare gli impianti in quanto i tre soggetti indagati non hanno avuto contatti diretti con questi, ma soltanto tramite altri soggetti. L’esito delle indagini ha portato all’esecuzione di misure cautelari in carcere concesse dal GIP, successivamente è stato chiesto il rinvio a giudizio degli indagati.

Procedimento penale per smaltimento illecito di rifiuti. Le indagini, il reato contestato è quello previsto dagli articoli 110 e 452 quaterdecies del C.P., conclusesi con l’esecuzione di misure cautelare in carcere, hanno visto protagonisti tre italiani che al fine di conseguire ingiusti profitti, costituiti da dazioni di denaro da parte di industriali che attraverso loro smaltivano i rifiuti prodotti. Gli indagati avevano appositamente predisposto dei mezzi per svolgere in modo continuativo questa illecita attività, arrivando così a gestire ingenti quantitativi di rifiuti. L’attività illegale era celata dietro l’azienda di uno degli indagati, che aveva come oggetto sociale il commercio all’ingrosso di tessuti, con sede in provincia di Lucca. I rifiuti venivano temporaneamente stoccati in capannoni locati tramite la predetta azienda, per poi essere smaltiti in discariche non autorizzate. I rifiuti provenivano da aziende tessili, la quantità è stata stimata in 11.000 metri cubi per un equivalente di 4.500 tonnellate. I tre correi intervenivano nell’attività illecita con vari ruoli che andavano dalla stipula dei contratti per la locazione dei capannoni, al trasporto dei rifiuti e naturalmente al mantenimento dei contatti con gli imprenditori produttori dei rifiuti.

Procedimento penale per smaltimento illecito di rifiuti. Le indagini, propalazione di una precedente analoga attività, ha riguardato 13 persone coinvolte a vario titolo nella gestione illecita di rifiuti, parte dei quali rinvenuti a seguito di perquisizioni nel piazzale dell’impianto di uno degli indagati che sorge in Arezzo. Rifiuti per i quali sono in corso accertamenti per determinarne l’esatta composizione