Reati di terrorismo e criminalità organizzata

Procedimento penale per traffico internazionale di stupefacenti – Indagine c.d. “MURATORE”. L’attività di indagine è condotta dalla Compagnia CC di Borgo San Lorenzo e coordinata da questa Procura della Repubblica-DDA di Firenze, in ordine al reato di traffico internazionale di stupefacenti, in relazione alla quale, nella mattinata del 05/02/2024, è stata data esecuzione all’Ordinanza applicativa di misure cautelari personali e patrimoniali, emessa in data 28.12.2023 dal GIP presso il Tribunale di Firenze, su richiesta di questa Procura, con la custodia in carcere di 70 indagati (68 stranieri), 8 arresti domiciliari , 4 obblighi di presentazione alla p.g., il sequestro per equivalente della somma di oltre 5 milioni di euro e l’esecuzione di perquisizioni personali, locali e telematiche di altri 14 indagati. L’operazione – condotta con la collaborazione della A.G. albanese con cui è stata costituita una squadra investigativa comune sotto l’egida di Eurojust -ha consentito di individuare quattro organizzazioni criminali composte essenzialmente da cittadini albanesi dedite all’importazione, esportazione e vendita internazionale di cocaina, hashish, marijuana, eroina e MDMA, attivi da dicembre 2019 sino a luglio 2021. L’esecuzione della misura cautelare è stata preceduta da numerose attività di riscontro che hanno consentito, inoltre, di arrestare in flagranza 24 persone, sequestrare circa 15 kg di cocaina, 120 kg di hashish, 487 kg di marijuana, 217 piante di cannabis, 1,5 l di olio di hashish, sequestrare oltre 95.000 €, un immobile, 7 automezzi, un revolver Colt cal. 38, un fucile sovrapposto Beretta cal. 12, una pistola scacciacani modificata e munizionamento vario.

Procedimento penale per traffico internazionale di stupefacenti – Indagine c.d. “COAST TO COAST”. Anche questa indagine è stata condotta dalla Compagnia Carabinieri di Borgo San Lorenzo in ordine al reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti (art. 74 DPR 309/90), nell’ambito della quale, in data 20/02/2024 è stata seguita, nelle Province di Firenze e Prato, un’ordinanza applicativa di misura cautelare, emessa dal GIP presso il Tribunale di Firenze, su richiesta di questa Procura, nei confronti di 7 cittadini albanesi, colpiti da custodia in carcere, 3 obblighi di dimora e perquisizioni personali, locali e telematiche nei confronti di altri 18 indagati. L’operazione scaturisce dalla pregressa operazione “Muratore”, nel corso della quale è emersa la figura di un albanese radicato a Firenze che, distaccatosi dal sodalizio, ha intrapreso, assieme ad altri connazionali stanziati in Albania, autonoma attività di importazione e spaccio di cocaina, hashish e marijuana, dal 2018 e fino all’estate del 2022. Nel corso dell’indagine, con attivazione della cooperazione internazionale di polizia (Caso SIENA 1643304), tramite Eurojust (Caso ID 61687), è stata costituita una SIC con la Polizia Albanese. Tali attività, nel complesso, hanno permesso di arrestare 34 indagati, 20 dei quali durante l’esecuzione di misure cautelari eseguite dalla Polizia Albanese in quel Paese, sequestrare 39 Kg di cocaina, 55 Kg di hashish, 68 Kg di marijuana, 34 Kg di eroina, 4.300 €, 5 camion e una monovolume.

Procedimento penale per traffico internazionale di stupefacenti ed associazione a delinquere. Il procedimento dibattimentale svolto dinanzi al Tribunale di Prato ha avuto ad oggetto la ricostruzione delle attività di un’ipotizzata associazione per delinquere dedita in forma organizzata a gestire l’importazione dalla Cina di sostanze stupefacenti del tipo ketamina e metanfetamine, poi rivendute sul mercato toscano, ed in particolare destinate alla comunità cinese di Prato. Il numero degli episodi di reato fine di cui all’art. 73 d.p.r. 309/90 sono stati formalizzati in oltre 50 contestazioni.
Fra gli imputati solo due risultavano destinatari della contestazione associativa, in quanto i restanti avevano già definito la loro posizione con rito abbreviato dinanzi al Gup di Firenze. L’attività istruttoria si è articolata in più udienze con l’esame di testimoni di p.g., testimoni privati e la trascrizione in forma peritale di numerose attività di intercettazioni. All’esito dell’istruttoria l’ufficio del pubblico ministero ha predisposto una articolata memoria scritta per ripercorre in forma sistematica le diverse emergenze istruttorie. A discussione orale si è conclusa con accoglimento pressoché integrale delle richieste del pubblico ministero, in particolare con la condanna dei due unici imputati accusato del delitto associativo.

Procedimento penale per traffico di stupefacenti ed associazione di tipo mafioso. Il relativo processo si è svolto dinanzi al Tribunale collegiale di Pistoia ed è stato definito con sentenza di condanna dell’imputato, in accoglimento della richiesta del pubblico ministero, oltre che in punto di qualificazione dei fatti, di quella sulla dosimetria della pena. Il dibattimento ha rappresentato per l’imputato l’epilogo di una articolata e complessa vicenda in relazione alla quale sono già intervenute plurime sentenze di condanna, emesse a carico di vari imputati che con l’imputato principale si era ipotizzato avessero partecipato all’attività di coltivazione di marijuana gestita all’interno di varie serre, site in uno spazio vivai collocato nella provincia di Pistoia, riferibile proprio all’imputato e al padre. Il 27 settembre 2017, in esito all’indagini tecniche, con sistema di videosorveglianza collocato a presidio dell’accesso al vivaio, la p.g. interveniva accertando nella flagranza la condotta di coltivazione di migliaia di piante. L’episodio conduceva all’arresto di alcuni originari coindagati, che al momento si trovavano all’interno degli ambienti adibiti illegalmente alla coltivazione della sostanza stupefacente. Proseguivano quindi le indagini nell’ambito del procedimento di competenza distrettuale che sfociavano nell’adozione di provvedimenti cautelari a carico di altri indagati, ritenuti parte integrante e con ruolo di spicco della fase di organizzazione e gestione della coltivazione. Il procedimento veniva quindi definito con richiesta di rinvio a giudizio a carico di più imputati. In udienza preliminare veniva definite con rito abbreviato la posizione dei co-imputati, che venivano tutti condannati tranne uno. Nei loro confronti allo stato è stato definitivo anche il giudizio di appello con sentenza di condanna della Corte di Appello di Firenze del 13.4.2022.
L’unica posizione trattata a giudizio dibattimentale è stata proprio quella dell’imputato principale, condannato con sentenza del Tribunale di Pistoia il 4.4.2024 ancora non definitiva. L’ipotesi d’accusa, recepita nei giudizi di merito, ha previsto in sintesi che gli imputati abbiano svolto ruoli e compiti distinti fra loro nella gestione della coltivazione illecita di droga, al fine di agevolare cosche calabresi.
In particolare, uno degli imputati è stato individuato come il principale responsabile dell’attività illecita, in grado di svolgere una funzione direttiva in relazione alla gestione del luogo di impianto, alle modalità di coltivazione, al reperimento ed utilizzo di soggetti quali manovalanza per l’attività materiale nel vivaio e per la custodia del medesimo, al reperimento di personale specializzato per la verifica della corretta crescita delle piante, oltre ad incaricarsi di svolgere attività di ausilio ai correi arrestati il data 27.09.2017, in modo da fornire loro indicazioni per dissuaderli dal riferire l’identità di altri complici e persuaderli ad assumersi le responsabilità per il fatto criminoso accertato.
L’imputato principale ed altri quattro sono stati ritenuti essere gli organizzatori e gestori della fase della coltivazione di marijuana presso il vivaio di Pistoia, occupandosi alternativamente fra loro dei rapporti con la ditta fornitrice del materiale per l’allestimento della piantagione (ad esempio prendendo accordi per l’acquisto e ritirandolo personalmente), dell’acquisito dei mezzi strumentali per garantire la crescita delle piante, della risoluzione delle problematiche connesse al trattamento delle piante di marijuana con prodotti chimici. Le condotte di coltivamento – come detto – sono state contestate con l’aggravante dell’agevolazione dell’associazione della cosca di ‘ndrangheta denominata clan Bellocco Cimato di Rosarno, ipotesi quest’ultima per la quale sussisteva la competenza a procedere della DDA di Firenze. L’aggravante non è stata ritenuta (neppure in tesi di accusa) con riferimento alla posizione dell’imputato principale.

Procedimento penale per traffico di stupefacenti. Il procedimento articolatosi in varie udienze dedicate alla discussione di ben nove posizioni è stato celebrato a carico di imputati in parte cautelati per i fatti in contestazione. L’ipotesi contestata è stata quella di un gruppo associato composto da soggetti di nazionalità albanese e italiani, che hanno gestito per mesi il commercio di sostanza stupefacente del tipo cocaina nella provincia di Livorno, in favore di una ramificata clientela. Il pubblico ministero ha depositato una memoria ricostruttiva delle singole posizioni, al fine di evidenziarne ruolo e compiti, oltre che per giustificare la diversa qualificazione soggettiva, distinta fra meri partecipi ed organizzatori promotori. Il Gup ha pressoché integralmente recepito le richieste di condanna, emettendo sentenza di accertamento della responsabilità penale nei confronti di tutti gli imputati. Vi è stata solo la riqualificazione della posizione di un imputato dal ruolo di organizzatore in partecipe, e l’esclusione del titolo associativo per due posizioni.

Procedimento penale per traffico di stupefacenti. Il procedimento è originato come approfondimento investigativo di alcuni servizi di p.g. effettuati nell’ambito di una latro procedimento, iscritto per reati di narcotraffico, al fine di verificare le attività svolte da uno degli indagati. Proprio il focus investigativo acceso sul predetto ha consentito di accertare rapporti illeciti legati al traffico di sostanze stupefacenti dello stesso con un gruppo di albanesi, i cui referenti principali sono stati poi identificati. Le indagini hanno progressivamente consentito di evidenziare un preciso patto criminale tra alcuni sardi e albanesi, intermediato proprio dal primo indagato, anch’egli di origine sarda, ma da tempo dimorante a Livorno. Gli albanesi hanno costituto con quest’ultimo e con altro soggetto, stabilmente dimorante in Sardegna, un gruppo dedito all’approvvigionamento di partite di sostanza stupefacente, di natura anche diversa (marijuana e cocaina), reperito attraverso diversi canali, anche su tratte sovranazionali (in particolare dalla Spagna, per il tramite di canali milanesi, quanto alla cocaina procurata dagli albanesi). Livorno, ed in particolare i luoghi in disponibilità dell’indagato principale, hanno rappresentato il centro di operatività del gruppo associato. La sostanza stupefacente una volta giunta a Livorno è stata in parte destinata alla rivendita sul mercato toscano, curato dagli albanesi, ed in parte su quello sardo, dove veniva trasportata su autoarticolati, occultandola al fine di sottrarsi ai controlli effettuati sui mezzi commerciali in viaggio dal porto di Livorno verso la Sardegna.
L’attività investigativa ha consentito di effettuare numerosi recuperi di sostanza stupefacente, con sequestri ed arresti in flagranza di alcuni collaboratori del gruppo (su tutti a titolo esemplificativo: 1) il 5.11.2020, 29 Kg. di marijuana trasportata su autovettura; 2) 22.10.2020, Kg. 2,826 di eroina ceduti ad un soggetto nell’occasione tratto in arresto e giudicato separatamente).
Il procedimento è stato definito in udienza preliminare con rito abbreviato per tutte le otto posizioni tratte a giudizio, alcune delle quali ancora sottoposte a misura cautelare.
Per tutti gli imputati è stata riconosciuta la responsabilità in riferimento ai fatti specificatamente contestati, con sentenza di condanna che ha graduato il regime sanzionatorio tenendo conto del ruolo specificatamente assunto (si segnala che per gli imputati cui è stata contesta la funzione di promotori dell’associazione finalizzata al narcotraffico sono state emesse sentenze di condanna fra 13 anni e 6 mesi ed i 16 anni di reclusione).

Procedimento penale per traffico internazionale di stupefacenti. Il procedimento ha ad oggetto un’ipotizzata associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, con collegamenti in Toscana, Liguria, Sardegna, con detenuti di origine albanese e con soggetti stanziati in Ecuador. L’attività d’indagine ha permesso, in particolare, di individuare un nucleo di cittadini, prevalentemente di origine albanese, dedita al traffico di sostanze stupefacenti. Costoro, nel recente passato, hanno acquistato importanti quantitativi di cocaina e di marijuana. La marijuana veniva acquistata da soggetti sardi che la coltivavano. Sono stati sequestrati, per riscontro, decine di chilogrammi di marijuana e una intera piantagione in Sardegna e sono state sequestrate sei tonnellate di marijuana. È stata inoltrata una richiesta di assistenza giudiziaria indirizzata all’Ecuador, per i fatti per cui si procede e si è in attesa ancora della risposta. Proseguono le attività d’indagine e d’intercettazione e le attività di traffico di stupefacenti da parte degli indagati. Attività in corso.

Procedimento penale per traffico di stupefacenti. Relativo ad indagine supportata da attività tecniche di intercettazioni telefoniche e ambientali, nei confronti di organizzazione criminale di matrice marocchina, dedita prevalentemente al traffico di hashish sul territorio. Nel corso dell’indagine sono stati operati arresti in flagranza nei confronti di 3 soggetti, inseriti a vario titolo nell’organizzazione criminale, tra il mese di marzo 2023 e giugno 2024, che ha consentito di sequestrare circa 225 Kg di hashish.

Procedimento penale per traffico di stupefacenti. Relativo a complessa indagine nei confronti di un’organizzazione criminale di matrice albanese, dedita prevalentemente al traffico internazionale di cocaina, supportata da attività tecniche di intercettazioni telefoniche e ambientali. Nel corso dell’indagine sono stati operati, a Milano e Roma, arresti in flagranza del reato di cui al DPR 309/90, nei confronti di 5 soggetti, nonché di sottoporre a sequestro un totale di circa 95 kg di cocaina e circa 2 kg di marijuana.

Procedimento penale per traffico internazionale di stupefacenti e riciclaggio. Procedimento penale relativo ad attività di indagine in corso nei confronti di soggetti stranieri dimoranti nella provincia di Firenze, ritenuti responsabili del reato di cui all’art 74 del DPR 309/90 e di una possibile attività di riciclaggio in ambito internazionale. Attività in corso.

Procedimento penale per traffico di stupefacenti. Associazione costituita da 11 persone allo scopo di importare spacciare ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti e per trasporti e cessioni di vari chilogrammi per volta di hashish e marijuana proveniente dalla Spagna. A seguito di indagini consistite in intercettazioni telefoniche, posizionamento di telecamere ambientali e in pedinamenti, il GIP emetteva su richiesta di questa Procura ordinanze di custodia cautelare in carcere e sequestri preventivi di ingenti somme di denaro. A seguito della richiesta di rinvio a giudizio tutti gli imputati hanno chiesto il giudizio abbreviato discusso dalle parti con decisione del GUP il 5.10.2024.

Procedimento penale per furti in abitazione. L’indagine, condotta dalla Compagnia Carabinieri di Firenze, scaturita da un furto in abitazione consumato il 06/08/2023 in provincia di Firenze, ha consentito di individuare un sodalizio criminale, costituito prevalentemente da soggetti di origine serba, dediti a furti in abitazione e alla successiva ricettazione della refurtiva (preziosi, borse griffate). In data 25/10/2023, in Prato e Sesto Fiorentino, sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto 9 indagati, in quanto sopresi presso la loro base operativa, ubicata in un’area rurale di Prato, in possesso di ingente quantitativo di refurtiva.