Reati in materia violenza di genere ed ordinaria

Procedimento penale per duplice omicidio.
L’autore è un uomo italiano, identificato e fermato come indiziato di delitto, provvedimento poi convertito custodia cautelare in carcere, che si era recato presso l’abitazione di un suo conoscente per discutere i termini di un prestito. La diatriba era però degenerata in una cruenta aggressione con esiti mortali, ai danni dei due coniugi, il cui appartamento veniva poi dato alle fiamme per nascondere le prove del delitto. Per tale fatto è stata esercitata l’azione penale:

Procedimento penale per omicidio di una donna della provincia di Firenze ad opera del figlio, tratto in arresto dall’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Firenze. Verso le ore 18.20 dell’1 marzo 2024 il personale del “118” e quello di una Volante veniva inviato in via Santa Lucia, al civico 4, a seguito di una segnalazione del tutore legale dell’autore del reato, il quale, in stato di agitazione psicomotoria, si era barricato in casa. Quando gli operatori, con l’ausilio di una squadra dei Vigili del Fuoco, riuscivano ad accedere nell’abitazione, chiusa a chiave dall’interno, trovavano il reo seduto a cavalcioni sul corpo immobile della madre, che le stringeva ancora le mani al collo. L’uomo veniva bloccato, dopo aver fatto ricorso allo spray urticante in dotazione di ai poliziotti, che però non sortiva alcun effetto, immobilizzandolo con le manette e le fasce in velcro in dotazione, poi sedato da personale sanitario e trasportato all’ospedale cittadino di Santa Maria Nuova per accertamenti sanitari. Il medico intervenuto constatava il decesso della donna. Il 23 maggio 2024, l’indagato è stato dimesso dalla Casa Circondariale di Sollicciano, con applicazione della misura della libertà vigilata ed è entrato alla “SRP La Querce”, struttura residenziale comunitaria extra-ospedaliera ad alta intensità riabilitativa di questo capoluogo.

Procedimento penale per omicidio di una donna peruviana, il cui cadavere veniva rinvenuto il 24 giugno 2024 da personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico nella sua abitazione, sita a Firenze in via Niccolò da Tolentino. Presente sul posto suo nipote minorenne, convivente, che ne era la tutrice legale, il quale lo stesso giorno veniva sottoposto al fermo di indiziato di delitto per omicidio e simulazione di reato. Per tale reato è stato iscritto un procedimento presso la Procura della Repubblica per i Minorenni.

Procedimento penale per tentato omicidio nel quale vittima è stata una donna italiana. Il 26 dicembre 2023, il personale della Questura di Firenze interveniva presso l’area di servizio “Bisenzio Est”, dove una donna era stata accoltellata da un uomo travisato. La reazione della donna, consistita nello spostarsi sul lato destro dell’abitacolo dell’autovettura, cercando di allontanare l’aggressore sferrando calci e pugni, di fatto interrompeva l’azione violenta. L’attività di indagine, condotta dalla Squadra Mobile e dalla Polizia Stradale di Firenze, ha permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell’ex coniuge, il quale, in data 10 gennaio 2024 è stato sottoposto al fermo di indiziato di delitto per tentato omicidio, emesso da questa Procura. La ricostruzione investigativa ha permesso di acclarare che l’indagato, dopo aver preso un’autovettura a noleggio in Slovenia ed avergli applicato una targa italiana clonata, era giunto presso la stazione di servizio “Bisenzio Est” per aggredire la ex moglie, per poi fuggire a bordo della predetta autovettura uscendo presso il casello autostradale di Calenzano, dopo aver tolto la targa clonata, faceva perdere le proprie tracce. In tale procedimento è stata esercitata l’azione penale.

Procedimento penale per tentato omicidio. Tale fatto veniva commesso in danno di una donna a Firenze, ad opera del compagno di origine marocchina. Il 13 settembre 2023 il personale dell’UPG e SP interveniva in questa via del Pesciolino in quanto un’amica della vittima contattava il numero di emergenza spaventata dagli atteggiamenti intimidatori dell’indagato compagno dell’amica nei confronti di quest’ultima. Nella circostanza, la parte offesa riferiva che mentre si trovava nei pressi del supermercato “Conad” in via Pistoiese veniva aggredita alle spalle dal compagno, che l’afferrava per il braccio e la minacciava puntandole un coltello alla gola al fine di costringerla a salire all’interno della sua autovettura. La donna riusciva a liberarsi dalla presa dell’uomo ed a fuggire insieme alla sua amica, che aveva assistito a tutta la scena, per poi rifugiarsi presso l’abitazione di residenza. In forte stato di agitazione riferiva di pregressi episodi di violenza posti in essere dall’indagato che tentava con messaggi, chiamate e videochiamate, di prendere contatti con lei, minacciandola anche di morte. L’uomo, rintracciato da un altro equipaggio di p.g. nei pressi dell’abitazione della parte offesa, assumeva da subito un atteggiamento non collaborativo nei confronti degli operanti, che con non poca difficoltà riuscivano a mettere in sicurezza il soggetto nell’autovettura di servizio, malgrado la sua vigorosa resistenza attuata colpendo con calci e gomitate gli operanti, provocando lesioni a due di loro. Da accertamenti risultava irregolare sul territorio nazionale. La vittima riferiva di frequenti liti scaturite dall’eccessiva gelosia dell’uomo, che sfociavano in atteggiamenti violenti. La donna menzionava in particolare un episodio risalente a maggio scorso, quando dopo l’ennesima lite, l’indagato la colpiva al volto con una bottiglia di vetro, causandole lesioni per cui si recava in ospedale dove non riferiva della lite con il compagno per timore di ritorsioni da parte dello stesso. Riferiva inoltre di un episodio risalente a due giorni prima in cui l’uomo, a seguito dell’ennesima lite per motivi di gelosia, afferrava un coltello da cucina e, puntandoglielo contro, la minacciava di morte. Nella circostanza, dopo aver desistito da tali intenzioni, lo stesso si procurava delle ferite da taglio sulle braccia, spegnendosi altresì delle sigarette addosso. L’indagato veniva tratto in arresto per tentato omicidio doloso, atti persecutori, diffusione illecita di video e immagini sessualmente espliciti, tentato sequestro di persona e resistenza a pubblico ufficiale.

Procedimento penale per tentato omicidio. A seguito di complessa attività di indagine relativa all’episodio di defenestrazione, avvenuto il 28.05.2023 all’Hotel Astor, di un ecuadoregno, è stata data esecuzione all’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere di 4 soggetti peruviani gravemente indiziati dei reati di estorsione, tentata estorsione, tentata rapina, lesioni personali aggravate, tentato omicidio, reati in concorso ed aggravati. Per tali fatti è stata esercitata l’azione penale.

Procedimento penale per tentato omicidio. In data 15.09.2023 personale della Squadra Mobile interveniva in via L. Bardelli a seguito del ferimento attraverso diversi fendenti con arma da taglio che attingevano la testa, il collo, il braccio e la spalla di un ventinovenne algerino. Le indagini condotte dalla Squadra Mobile, permettevano di accertare che la vittima era stata ferita dall’indagato, nel corso di un violento dissidio mosso da questioni afferenti la relazione sentimentale che la vittima intratteneva con la sorella del suo aggressore. Nonostante che l’indagato fosse dato alla fuga tentando di lasciare l’Italia, veniva localizzato presso la stazione ferroviaria di Genova e sottoposto al fermo di indiziato di delitto emesso da questa Procura, accusato di tentato omicidio.

Procedimento penale per tentato omicidio. E’ la notte del 10 giugno 2024, sia gli autori del crimine che la vittima sono nord africani. La vittima veniva ferita con una bottiglia di vetro ed un coltello, al volto, alle cosce ed all’addome. La ferita all’addome era tanto profonda da provocare l’eviscerazione. I due aggressori, evidentemente per assicurarsi un esito più grave e risolutivo dell’attacco, hanno scaraventato la vittima oltre il parapetto che corre lungo la sponda dell’Arno, nella parte in cui il fiume costeggia il parco della Cascine, facendolo così precipitare da un’altezza di circa 4 metri. L’esito non era fatale solo per il pronto intervento dei soccorritori. La vittima subiva anche la rapina del proprio telefono cellulare e di circa 100 euro.

Procedimento penale per omicidio. In data 14.3.2024, il personale della Squadra Mobile e delle Volanti interveniva a Firenze in via Fiume, a seguito del decesso di un giovane moldavo, attinto da un fendente all’inguine. L’attività di indagine, ancora in corso, ha condotto in data 14.3.2024 al fermo di indiziato di delitto d’iniziativa per omicidio nei confronti di un senegale, cui è seguita applicazione di misura cautelare disposta dal Gip di Firenze su richiesta di questa A.G.

Procedimento penale per omicidio e rapina. Procedimento penale 15167/2023 RGNR mod. 21. A carico di due fratelli brasiliani, che con ruoli predeterminati, mediante violenza alla persona, si impossessavano del denaro posseduto dalla vittima, soggetto ultrasessantacinquenne. In particolare, nel mentre uno degli indagati inseguiva la vittima per poi fare da palo sulla pubblica via, nella consapevolezza della presenza del complice nell’edificio in agguato, l’altro attendeva la vittima in prossimità dell’ingresso dell’abitazione e gli tendeva l’imboscata, penetrava all’interno della detta abitazione dove lo tramortiva, causandogli lesioni (tumefazione perioculare destra, frattura delle due prime coste di destra, frattura incompleta della vertebra 08) lo rendeva incapace di agire serrandogli le braccia dietro la schiena con nastro adesivo trasparente, apponendogli nastro adesivo nero cerato sugli occhi e sulla bocca, calandogli sul capo un sacchetto di tessuto di colore nero, e reso inerme lo lasciava esanime sul pavimento; fatto ciò, si impossessava del denaro della vittima e lasciava l’abitazione. La descritta condotta portava alla morte la vittima dopo una lenta agonia. Delitto avvenuto nella prima periferia di Firenze il 29 novembre 2023. Gli assassini venivano rintracciati presso l’aeroporto di Bologna pronti ad espatriare. Per tali gravi fatti è stata esercitata l’azione penale.

Procedimento penale per tentato omicidio e rapina. L’autore del delitto, approfittando di circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare la pubblica o privata difesa, ed in particolare sorprendendo la vittima poco dopo le 6 del mattino mentre lo stesso era in attesa dell’autobus di fronte alla propria abitazione, aggredendolo, a scopo di rapina, ed in particolare colpendolo, mentre gli rovistava addosso, al volto ed alla testa con calci e pugni, continuando ad infierire con le medesime modalità anche quando lo stesso, esanime a terra, non opponeva più alcuna resistenza, così da provocargli lesioni consistite in “trauma cranico e facciale”, con prognosi riservata, compiva atti idonei a provocare la morte del predetto; evento che non si verificava per cause indipendenti dalla sua volontà, ed in particolare per l’intervento degli spettatori all’aggressione che chiamavano i soccorsi. Il procedimento è stato definito con la richiesta di giudizio immediato a cui è seguita la condanna con il rito abbreviato alla pena di anni 12 di reclusione.

Procedimento penale per tentato omicidio. Il reo, di origine straniera come la vittima, utilizzando un’arma da taglio colpiva la vittima alla regione toracica, così provocandogli gravissime lesioni al torace, compiendo atti idonei a provocare la morte. Evento non verificatosi per cause indipendenti dalla sua volontà. Il procedimento è stato definito con richiesta di giudizio immediato.

Procedimento penale per omicidio e rapina. L’aggressore, di origine straniera come la vittima, con due fendenti, uno dei quali penetrato in profondità nella cavità addominale, procurava alla vittima un grave shock emorragico che la portava alla morte. L’aggressione era avvenuta a scopo di rapina, l’autore si era impossessato con la minaccia di un coltello del denaro che la vittima aveva con sé. Le indagini sono in fase di ultimazione.

Procedimento penale per sequestro di persona. L’indagato, detenuto all’interno del Carcere di Sollicciano, approfittando dell’uscita dalla camera ove era ristretto per recarsi all’aria, strattonava l’agente della Polizia Penitenziaria portandolo con sé al di là del secondo sbarramento del reparto di detenzione, chiudendosi dietro il cancello, sottraendo al predetto Agente le chiavi della sezione e urlando le seguenti frasi “ho sequestrato l’Agente, se non mi fate venire immediatamente il magistrato lo ammazzo”, privava per circa un’ora della libertà personale l’agente, tenendolo sotto la minaccia di un punteruolo rudimentale, colpendolo con un violento pugno alla pancia e minacciando costantemente di fargli del male, finanche cagionargli la morte, se qualcuno avesse provato a interrompere la sua azione e non fosse riuscito ad ottenere quanto richiesto, ovvero la presenza di un magistrato e l’immediato trasferimento in altra struttura detentiva. Il procedimento è stato definito con richiesta di giudizio immediato

Procedimento penale per violenza sessuale, abbandono di minore e violenza privata. L’autore è il padre di una minorenne, che in tempi diversi sfruttando i momenti in cui la figlia era da sola in casa con lui, abusando delle sue condizioni di inferiorità psico-fisica dovute all’età e al rapporto di filiazione tra loro intercorrente, nonché agendo repentinamente e con mosse insidiose, che le impedivano di sottrarsi alle sue condotte violente, la induceva e la costringeva a subire atti sessuali, baciandola ripetutamente sulla bocca con la lingua, toccandole il seno, le cosce e le parti intime, anche entrando in bagno mentre faceva la doccia, dicendole che non doveva parlarne con nessuno e rassicurandola che ogni volta sarebbe stata l’ultima.
Non solo, entrambi i genitori, dopo essere venuti a conoscenza delle accuse di violenza sessuale che la figlia minorenne muoveva al padre, al fine di occultare tali condotte e far conseguire e assicurare l’impunità al predetto, abbandonavano la figlia, sbattendola fuori di casa e lasciandola a vivere presso l’abitazione della nonna materna, disinteressandosi completamente di lei e della sua salute. Inoltre, tentavano di costringere la figlia ad allontanarsi dall’Italia (dove era stata accolta dal nucleo familiare materno a seguito del suo abbandono da parte dei genitori e dove frequentava la scuola ed aveva amicizie) e ad essere rimpatriarla nelle Filippine, in modo così da impedire che la stessa potesse parlare con terzi e denunciare le violenze subite, chiedendo all’istituto scolastico della predetta il nulla osta alla sua cancellazione da scuola e al suo trasferimento per l’iscrizione all’estero nonché acquistando un biglietto aereo per imbarcarla su un volo di sola andata per le Filippine il 29.01.2023, non riuscendo nel proprio intento solo grazie all’intervento del Tribunale per i Minorenni, che sospendeva entrambi i genitori dalla responsabilità genitoriale, affidava la minore ai Servizi Sociali, le nominava un curatore speciale e ne disponeva il divieto di espatrio. Il relativo procedimento è in fase dibattimentale.

Procedimento penale per violenza sessuale ai danni di minori. L’autore è un aderente e frequentatore della Sala del Regno dei Testimoni di Geova di Scandicci (FI), che dopo aver guadagnato la fiducia dei genitori e di alcune minorenni, ed aver instaurato con loro un rapporto di amicizia ed essersi proposto in alcuni casi di riaccompagnarle a casa o di fare loro compagnia, sfruttando tale rapporto fiduciario e il legame che si era creato all’interno della comunità religiosa, con violenza e mediante abuso delle loro condizioni di inferiorità psicofisica, in alcuni casi facendole sedere sulle proprie gambe e fingendo di voler giocare con loro, in altri portandole in luoghi appartati con la propria auto ovvero presso la propria abitazione o recandosi presso le loro abitazioni, agendo all’interno dei locali della Sala del Regno o durante alcuni ritrovi con le predette, le costringeva e le induceva a subire atti sessuali, palpeggiandole nelle parti intime e tirandole a sé sul proprio membro, talora al contempo toccandosi a propria volta nelle parti intime e masturbandosi, nonché, in un caso, costringeva una di loro, mentre questa si trovava da sola a casa sua, a subire un rapporto sessuale completo, prendendola con forza, sdraiandola sul divano e passandole un coltellino su tutto il corpo per impressionarla, provocandole anche un taglietto alla caviglia, mentre in un altro caso palpeggiava nelle zone intime e penetrava con le dita la minore, mentre questa si trovava distesa sul divano di casa sua, dicendo altresì alle predette che era un “gioco”, di rimanere in silenzio e di non raccontare a nessuno quanto accadeva perché “tanto nessuno avrebbe fatto caso a quanto detto da delle straniere” e che “faceva questo perché voleva loro del bene”.
Con le aggravanti di aver commesso il fatto profittando di circostanze di luogo, di tempo e di persona, anche in riferimento all’età delle pp.oo., tali da ostacolare la pubblica e la privata difesa, e su persone minorenni che non avevano compiuto gli anni dieci e comunque gli anni quattordici. Per tale procedimento è stata presentata richiesta di rinvio a giudizio.

Procedimento penale per violenza sessuale. E’ relativo ai maltrattamenti commessi dal padre ai danni dei figli e alla violenza sessuale commessa sempre dal padre ai danni della figlia minore degli anni 10. A carico dell’indagato, originariamente sottoposto alla misura cautelare della custodia in carcere, è stato emesso decreto di giudizio immediato, dovrà essere discusso ad ottobre l’abbreviato. Il procedimento nasce dalla segnalazione delle insegnanti cui la bambina ha consegnato un video nel quale si sente il padre che chiede di toccarla. A seguito della audizione delle parti, è stata richiesta misura cautelare ed effettuato incidente probatorio per cristallizzare le dichiarazioni di madre e figli.

Procedimento penale per violenza sessuale e detenzione di materiale pedopornografico. E’ iscritto per una pluralità di reati commessi dalla madre e dal suo compagno ai danni della figlia di lei minore degli anni 10. In particolare i reati provvisoriamente contestati sono violenza sessuale a carico di entrambi. Sono contestati altresì la corruzione di minorenne e accesso a materiale pedopornografico a carico della madre di lei, per aver fatto accesso a siti contenenti materiale pedopornografico ed aver costretto la figlia ad assistere agli atti sessuali e detenzione di materiale pedopornografico a carico di lui. Nel procedimento allo stato è stata effettuata consulenza tecnica ex art. 360 c.p.p. sui dispositivi elettronici rinvenuti e sequestrati agli indagati ed è stato richiesto incidente probatorio per sentire la minore, la cui audizione deve ancora avvenire.

Procedimento penale per violenza sessuale. Si tratta di una violenza sessuale aggravata commessa da un operatore di un centro diurno nei confronti di una disabile che frequentava quella struttura. Nell’ambito di tale procedimento, dopo avere assunto informazioni da tutte le persone in grado di riferire sui fatti e avere eseguito una consulenza informatica su p.c. e telefoni sequestrati all’indagato all’esito di perquisizione, è stato chiesto l’incidente probatorio per accertare preliminarmente la capacità a testimoniare della p.o. e successivamente per assumere la testimonianza della stessa con le modalità ritenute più idonee. La p.o., che è stata ritenuta dal perito capace di testimoniare, è stata ascoltata e ha confermato gli abusi subiti ad opera dell’indagato. Attualmente nell’ambito del procedimento è stato emesso avviso ex art 415 bis c.p.p. in corso di notifica.

Procedimento penale per violenza sessuale. Concerne un’ipotesi di abusi sessuali commessi nei confronti di una ragazzino peruviano minorenne (nato nel 2009) da parte del fratello del convivente della madre. In tale procedimento, è stata eseguita la perquisizione del telefono dell’indagato all’interno del quale veniva rinvenuto, all’esito di consulenza informatica, materiale pedopornografico ed espletato l’incidente probatorio nel corso del quale il minore ha confermato l’ipotesi accusatoria, è stato emesso avviso ex art. 415 bis c.p.p.

Procedimento penale per atti persecutori. E’ a carico di un appartenente alla Guardia di Finanza in servizio in Campania che si è reso responsabile di stalking e revenge porn nei confronti della ex compagna che vive a Firenze. L’indagato è stato tratto in arresto in flagranza differita e all’esito della convalida gli è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari. Il procedimento risulta definito con richiesta di giudizio immediato.

 Procedimento penale per violenza sessuale. Si tratta di una grave violenza sessuale. Il procedimento nasceva a carico di ignoti, all’esito delle indagini che hanno consentito di giungere all’identificazione dell’indagato, è stata richiesta la misura cautelare degli arresti domiciliari che il GIP ha concesso ed il procedimento è stato definito con giudizio immediato. La difesa dell’imputato ha poi avanzato richiesta di abbreviato e nel luglio scorso l’indagato è stato condannato.

 Procedimento penale per omicidio preterintenzionale. Sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza in ordine al delitto p. e p. dall’art. 584 c.p. perché, l’autore del fatto trovandosi quale addetto allo smontaggio del palco, unitamente ad alcuni suoi colleghi, nei pressi di una scalinata ubicata nella corte interna del Mandela Forum di Firenze (al cui interno stava per concludersi un evento musicale dei “Subsonica”), durante un diverbio intercorso tra il suo datore di lavoro e lo spettatore rimasto vittima, aggrediva quest’ultimo, ponendosi alle sue spalle su di un gradino più alto rispetto a quello occupato dalla vittima, che colpiva con un pugno estremamente violento alla base del cranio, cagionandogli gravissime lesioni a seguito delle quali la vittima cadeva dalle scale, determinandone così la morte. Il fermo di indiziato di delitto è stato convalidato e convertito in custodia cautelare in carcere. In tale procedimento è stata esercitata l’azione penale.

 Procedimento penale per traffico di stupefacenti – maltrattamenti in famiglia. Indagine coordinata dalla D.D.A. di Firenze e condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia CC di Firenze Oltrarno, è stata intrapresa nell’agosto 2023, a seguito degli accertamenti svolti per una delega per un “codice rosso”, nel corso dei quali sono emersi episodi di spaccio di stupefacenti (cocaina, hashish e marijuana), ad opera di soggetti di nazionalità marocchina e tunisina, nelle piazze fiorentine di Novoli e Rifredi. Le attività tecniche e i riscontri finora effettuati hanno consentito di individuare 25 soggetti, coinvolti a vario titolo nell’illecita attività, due dei quali arrestati in flagranza di reato, con il sequestro di 50 Kg. di hashish e 1 Kg di cocaina.

 Procedimento penale per sequestro di persona a scopo di estorsione. Sono ancora in corso le indagini sul sequestro di persona a scopo di estorsione di una bambina peruviana di 5 anni, inizialmente denunciata come scomparsa il 10.6.2023. La stessa è stata rapita dall’ex hotel Astor di Firenze, una struttura occupata abusivamente da oltre 150 persone di origine peruviana e rumena. Sono tuttora al vaglio di questa A.G. piste investigative – il cui contenuto è coperto da segreto -che si stanno percorrendo in modo esaustivo e sistematico per la individuazione degli autori del reato.

 Procedimento penale per sequestro di persona a scopo di estorsione. Il PM emetteva dopo le indagini svolte su un grave rapimento a scopo di estorsione ad opera di 4 soggetti nei confronti della vittima, un decreto di fermo nei confronti di due indagati, fermo che veniva eseguito nei confronti del primo e convalidato dal GIP di Pistoia, misura nuovamente emessa dal GIP di Firenze. Uno degli indagati risultava latitante in Italia. In data 25 febbraio 2023 la vittima presentava querela rappresentando di esser stato vittima di un sequestro di persona ad opera di albanesi e zingari nella notte tra l’11 ed il 12.02.23, riferendo che mentre si trovava a bordo della propria autovettura in compagnia di suo fratello, veniva affiancato e quindi bloccato da due autovetture dalle quali scendevano tre soggetti che lo rapivano, lo portavano in campagna dove lo seviziavano, picchiavano, costringendolo anche a spogliarsi completamente. A quel punto l’albanese contattava telefonicamente il magrebino che, a sua volta, videochiamava tramite WhatsApp il fratello del rapito, e gli faceva vedere i video delle torture che la vittima stava subendo, dicendogli testualmente “hai visto cosa sono in grado di fare …. dagli i soldi che questi lo ammazzano”. Quindi il fratello della vittima assicurava la disponibilità immediata di €8.000,00 che avrebbe provveduto a consegnare ai sequestratori, come effettivamente fece poco dopo, ottenendo la liberazione del congiunto, rilasciato in un’area di servizio nei pressi di Prato Ovest. In un secondo momento i Carabinieri individuavano ulteriori 2 indagati. Il PM, nell’ottobre 2023 ha chiesto al GIP di Firenze ed ottenuto nei loro confronti, una misura cautelare in carcere.
Il mandante attualmente si trova in Marocco e, nonostante abbia nominato un difensore di fiducia che aveva riferito che si sarebbe costituito, ad oggi non lo ha fatto. Il PM ha nominato un CT per la copia forense dei cellulari in sequestro e ha chiesto mediante incidente probatorio che venga effettuato il riconoscimento degli indagati da parte della persona offesa, richiesta che è stata accolta dal Giudice. È stato chiesto il rinvio a giudizio degli imputati e il 4 ottobre 2024 è iniziata la discussione innanzi al GUP Firenze.

 Procedimento penale per rapina e sequestro di persona. Si tratta delle indagini avviate a seguito della denuncia a carico di ignoti relativa alla rapina avvenuta il 30 aprile del 2024 presso una gioielleria sita in pieno centro di Firenze, via dei Neri n. 90/R. Una rapina con sequestro di persona del titolare, che ha consentito agli autori di trafugare orologi e preziosi per il valore complessivo di oltre 220.000 euro. Le indagini hanno preso immediatamente avvio e hanno permesso, mediante un’attenta analisi delle telecamere, di individuare l’autovettura utilizzata per il furto dei ciclomotori che i due rapinatori hanno utilizzato per raggiungere la gioielleria e poi darsi alla fuga. Attraverso le intercettazione ambientali, telefoniche e lo sviluppo dei tabulati telefonici, anche con l’analisi del traffico delle “celle”, si è giunti all’identificazione di tutti gli autori della rapina: due esecutori materiali, un basista e un organizzatore. Sulla base delle emergenze probatorie acquisite e poste a sostegno della richiesta di misura cautelare il GIP del Tribunale di Firenze ha adottato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i tre uomini che si trovano in regime di massima cautela dal 26 agosto 2024. Il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari in attesa di un’imminente conclusione delle indagini.

 Procedimento penale per rapina. L’autore al fine di procurarsi un ingiusto profitto, dapprima, con violenza consistita nell’aprire la portiera della vettura di proprietà di P.M. e nello scaraventarla fuori da essa mettendosi alla guida e tentando di allontanarsi, cercava di impossessarsi della vettura stessa, non riuscendo nell’intento per l’immediato impatto del veicolo contro un’altra vettura parcheggiata, nonché anche a causa della strenua resistenza della vittima, che riusciva a riportare l’uomo fuori dall’abitacolo. In seguito, con ulteriore violenza consistita nell’aggredire la vittima, colpendola anche con un pugno al volto, le strappava di dosso la catenina e la borsa che ella indossava, appropriandosene. Il procedimento è definito con richiesta di giudizio immediato.